Pietra di inciampo per Luigi Salma a Corsico, la cerimonia del ricordo commuove anche gli studenti
C'è emozione e commozione tra il pubblico, anche tra le decine di studenti delle scuole corsichesi che hanno voluto assistere a questo momento prezioso per la storia della loro città
Una pietra di inciampo in ricordo di Luigi Salma, il sindacalista corsichese deportato a Mauthausen dove morì di fame e stenti dopo tre mesi dal suo arrivo, è stata posata questa mattina in via Salma dove lui abitava con la sua famiglia.
La cerimonia della posa della pietra di inciampo in ricordo di Luigi Salma
CORSICO – “Qui abitava Luigi Salma. Nato 1902. Arrestato 13.11.1943. Deportato Mauthausen. Assassinato 18.6.1944”. La pietra di inciampo è incastonata nell’asfalto, immobile e avvolta da una civile sacralità.
Maurizio Graffeo, presidente dell’Anpi: “Prendetevene cura voi”
“Prendetevene cura voi”, si rivolge ai ragazzi Maurizio Graffeo, presidente dell’Anpi di Corsico, presente insieme a decine di bambini e ragazzi delle scuole alla cerimonia della posa in via Salma, questa mattina. Una memoria diffusa, un dono che “Anpi fa alla città affinché nulla venga dimenticato. Abbiatene cura, adottate questa pietra”, hanno detto tutti coloro che hanno preso la parola durante la cerimonia. Ardemia Oriani, della segreteria provinciale Anpi Milano, Leonardo Visco Gilardi, presidente di Aned Milano e Angelo Salma, nipote di Luigi.
La testimonianza del nipote di Luigi
“Ho iniziato a fare ricerche su mio nonno, per capire esattamente la sua storia, le fasi della sua deportazione e le motivazioni – ha raccontato il nipote Angelo –. sappiamo che è salito sul convoglio numero 33 e non è più tornato. Continuerò a studiare, a cercare testimonianze e documenti per onorare la memoria di mio nonno”.
Si commuovono tutti, anche gli studenti delle scuole
C'è emozione e commozione tra il pubblico, anche tra le decine di studenti delle scuole corsichesi che hanno voluto assistere a questo momento prezioso per la storia della loro città. “Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la posa e un ringraziamento anche alle insegnanti – ha sottolineato il sindaco Stefano Martino Ventura – che hanno un importante ruolo: fare memoria. Corsico ha una storia e questi sono i valori di tutta la città. Valori da portare avanti, che insegnano come le differenze non siano una condanna ma un valore. La giornata di oggi e il ricordo del nostro concittadino Luigi Salma è un momento importante per tutti noi che abbiamo il privilegio di esserci e onorare la vita di persone come Salma che hanno cambiato un pezzetto di mondo. Un uomo di Stato, prima ancora dello Stato”.
Luigi Salma, l'operaio sindacalista
Luigi Salma, matricola 57624. Era un operaio che combatteva contro le ingiustizie. Lavorava alla cartiera Burgo, dove ricopriva anche l’incarico di capo Commissione interna. Seguitissimo nei comizi, era ritenuto uomo di buonsenso, generoso, col cuore grande e spirito democratico che in quegli anni di guerra gli è costato la vita. Il figlio Alberto ricorda ancora quella mattina, l’alba del 13 novembre 1943, quando Luigi è stato catturato a casa, in quell’abitazione al primo piano della via che ora porta il suo nome.
Il figlio ricorda quella tragica giornata
“Mi ha detto dammi un bacio prima di portarlo via. Gliel'ho dato. Ed è stato l’ultimo”, ricorda ancora il figlio, nato nel 1933 dall’unione tra Luigi ed Erminia, anche lei operaia a Corsico che non ha potuto dare l’ultimo saluto al marito perché era di turno in fabbrica. I nazisti fecero irruzione a casa, lo portarono via, dopo aver ribaltato l’abitazione in cerca di armi che non trovarono.
Poi finì a San Vittore, da prigioniero politico, quindi senza la possibilità di ricevere pacchi dalla famiglia. Un tozzo di pane e un pezzo di cioccolata glielo dava ogni tanto un muratore corsichese che lavorava in carcere, portandogli quello che riusciva, compresi i bigliettini della famiglia. Pochi mesi di prigionia, poi ne comincerà un’altra, nel campo di Mauthausen, costretto a caricare e scaricare pietre. Luigi Salma muore di stenti e di fatica, a soli 42 anni. Pesava 30 chili. Morto, ucciso, per il desiderio di renderci liberi e salvarci tutti.
La pronipote Erica parla del suo trisnonno e cita Liliana Segre
Durante la cerimonia della posa, la pronipote Erica è accanto al bisnonno Alberto, legge la storia del suo trisnonno Luigi e cita Liliana Segre, parlando di indifferenza che rende colpevoli e di memoria scolpita nei cuori. “Sono orgogliosa del mio trisnonno”, dice emozionata. I suoi coetanei la guardano con ammirazione, gli adulti abbassano la testa colpiti dall’emozione ormai difficile da trattenere.