L'11 marzo a Trezzano si inaugura "Casa Pio La Torre", un bene confiscato alle mafie
Sabato 11 marzo alle ore 10 si terrà l’inaugurazione del bene confiscato alle mafie di via Boccaccio 88 con la cerimonia di intitolazione all’on. Pio La Torre.
Lo so, lo so che per voi la mafia vi sembra un’onda inarrestabile, ma la mafia si può fermare e insieme la fermeremo.
Pio La Torre
L'inaugurazione di "Casa Pio La Torre" a Trezzano
TREZZANO SUL NAVIGLIO – Il segno tangibile dell’azione dello Stato contro le mafie. Sono i beni confiscati alla criminalità organizzata restituiti alla collettività e utilizzati per scopi sociali, per accogliere i più fragili, per progetti di solidarietà.
Sabato 11 marzo la cerimonia di intitolazione
Sabato 11 marzo alle ore 10 a Trezzano sul Naviglio si terrà l’evento “Dalla parte del bene”, con l’inaugurazione dell’immobile di via Boccaccio 88, un tempo appartenuto al boss Michele Franco: oggi quel bene assegnato al Comune di Trezzano dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, torna a vivere grazie all’associazione Una Casa Anche Per Te (U.C.A.P.TE) e al Decanato di Cesano Boscone che avvieranno un progetto di accoglienza per uomini soli in condivisione e servizi di bassa soglia per chi vive per strada.
“Casa Pio La Torre”, in memoria dell’onorevole ucciso dalla mafia
Questo immobile diventerà “Casa Pio La Torre”, in memoria dell’onorevole ucciso dalla mafia, assassinato a Palermo nella mattina del 30 aprile 1982 mentre era in macchina con Rosario Di Salvo che venne ammazzato insieme a lui.
Il sindaco Bottero: "Scegliamo da che parte stare"
“Ci avviciniamo con orgoglio e commozione al 21 marzo, Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie – dichiara il sindaco Fabio Bottero – scegliendo da che parte stare e con l’impegno della memoria: scegliamo di stare dalla parte della giustizia, della legalità, dell’accoglienza, della vittoria dello Stato contro le mafie. Scegliamo di ridare vita a un immobile che sarà destinato a un progetto importante mai realizzato nel nostro territorio. E scegliamo di ricordare Pio La Torre, a cui dobbiamo la possibilità di confiscare i beni legati alle attività illecite dei condannati”.
Tante le presenze già previste alla cerimonia
Alla cerimonia di inaugurazione e intitolazione, con il sindaco Fabio Bottero saranno presenti anche il prefetto di Milano Renato Saccone, Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, mons. Franco Agnesi, vicario generale della Diocesi di Milano, don Franco Colombini, responsabile decanale Caritas, Renato Natale, sindaco di Casal di Principe e vice presidente di Avviso Pubblico, Massimo Mapelli, presidente di U.C.A.P.TE e Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, don Luigi Caldera, decano di Cesano Boscone. Parteciperanno anche studenti e studentesse del Liceo Maffeo Vegio di Lodi e del Liceo Sofonisba Anguissola di Cremona.
Un riconoscimento per i giovani del Consiglio comunale
Ai giovani il Consiglio comunale ha deciso di dare un riconoscimento simbolico per ringraziarli per la loro attività volontaria proprio per riqualificare la villetta di via Boccaccio, insieme ai volontari e alle volontarie dei campi “Da che parte stare” di Una Casa Anche per Te, Spi Cgil Cremona. Sarà inoltre ricordato Davide Salluzzo, referente di Libera Lombardia dal 2012 al 2016.
Venerdì 10 marzo la presentazione del libro di Enzo Ciconte
Per conservare la memoria e l’eredità di Pio La Torre, venerdì 10 marzo alle 21 al Centro Socio Culturale “C. A. Dalla Chiesa” di via Manzoni 10, l’Amministrazione comunale ha organizzato anche la presentazione del libro “La Legge Rognoni - La Torre, tra storia e attualità” a cura di Enzo Ciconte, in presenza dell’autore, di Franco La Torre e Renato Natale.
La legge n. 646, nota come Legge Rognoni – La Torre e approvata il 13 settembre 1982, introdusse per la prima volta nel Codice penale italiano il reato di “associazione a delinquere di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.
Il libro spiega perché ancora oggi sia fondamentale preservare il provvedimento approvato quarant’anni fa, ripercorrendo l’iter della legge e inserendo i contributi di un magistrato, di un dirigente di Polizia e di un sindaco che, da diversi punti di vista, si sono cimentati con l’applicazione del sistema delle misure di prevenzione e con l’utilizzo per finalità di carattere sociale delle ricchezze sottratte alle mafie.
Vi è anche un contributo di Giuliano Turone, magistrato che indagò sulla mafia e sulla P2, riconosciuto come uno dei più autorevoli studiosi del reato associativo di tipo mafioso. Vengono inoltre pubblicati un’intervista inedita a Virginio Rognoni e gli stralci di alcuni documenti storici recentemente desecretati, insieme a dati statistici su beni e aziende confiscate.