Pruiti dopo l'incontro col Prefetto: "Via Nearco è un confine invalicabile, non si arretra di un centimetro"
Giovedì scorso il sindaco di Buccinasco ha incontrato il Prefetto di Milano che "ha garantito la sua disponibilità, auspicando una soluzione sull'utilizzo dell'immobile".
Il sindaco di Buccinasco Pruiti ha incontrato il Prefetto di Milano per parlare della vicenda dell'immobile confiscato di via Nearco 6 a Buccinasco.
L'incontro col Prefetto di Milano
BUCCINASCO - Dopo anni di battaglie legali, botte e risposte, udienze, rinvii, atti e parole lo scorso gennaio è arrivata quella che sembra la sentenza che mette la parola fine a questa vicenda. Il giudice Alessandro Petrucci della quarta sezione civile del Tribunale di Milano ha deciso che il cortile della villetta di via Nearco può essere usato anche dalla famiglia Papalia.
Il sindaco non si arrende
Il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti però non si vuole ancora arrendere e appena appresa la notizia della sentenza ha subito commentato: "Proporrò al Consiglio comunale di rimettere nelle mani dello Stato il bene confiscato di via Nearco. Il nostro Comune non può convivere con esponenti della criminalità organizzata”.
Giovedì scorso ha incontrato il Prefetto di Milano che "ha garantito la sua disponibilità, auspicando una soluzione sull'utilizzo dell'immobile. Dopo averlo ringraziato ho ribadito che il nostro Comune, almeno finché io sarò sindaco, non è disponibile a nessun compromesso, nessuno accordo, nessun dialogo di nessun tipo con la famiglia Papalia per l'utilizzo del bene confiscato".
L'intervento del sindaco di Buccinasco
"Giovedì scorso sono stato ricevuto da sua Eccellenza il Prefetto di Milano dott. Renato Saccone, in merito alla vicenda dell’immobile confiscato di via Nearco, 6 a Buccinasco. È stato un lungo incontro dove ho potuto apprezzare la vicinanza umana del Prefetto e dove ci siamo scambiati le reciproche opinioni su quanto accade nel sud ovest Milano.
"Via Nearco è un confine invalicabile"
Il Prefetto mi ha garantito la sua disponibilità, auspicando una soluzione sull’utilizzo dell’immobile. Dopo averlo ringraziato ho ribadito che il nostro Comune, almeno finché io sarò sindaco, non è disponibile a nessun compromesso, nessun accordo, nessun dialogo di nessun tipo con la famiglia Papalia per l’utilizzo del bene confiscato, infatti dopo la sentenza civile il giudice ha di fatto stabilito che siamo all’interno di un condominio fatto da due entità, con parti in comune, una siamo noi, l’altra è la famiglia di Rocco Papalia al completo.
Se si perderà anche l'appello...
Come già detto più volte in questi anni: qualora anche l’istanza di appello alla sentenza di causa civile ci vedesse soccombere, restituiremo l’immobile allo stato che, sicuramente, lo utilizzerà per progetti importanti ai quali daremo – come Amministrazione comunale – il massimo supporto possibile e la nostra massima condivisione, senza tuttavia gestire MAI PIÙ direttamente il bene finché non ci sarà nuovamente una divisione fisica dei luoghi, un confine che per me è invalicabile.
Il supporto delle istituzioni dello Stato è mancato
Ricordo che in questi anni (dal 2017) più volte ho chiesto il supporto delle istituzioni dello Stato, senza ricevere nessun aiuto da NESSUNO. Devo ammettere che sono anche molto stanco delle parole scontate e ripetitive di una certa “antimafia militante” che, pur in buona fede, in questa situazione non propone né potrà proporre nulla di concreto, nulla di fattibile, nulla di davvero utile per gestire un errore dello Stato che solo lo Stato può risolvere con i suoi organi competenti, ovviamente per farlo bisogna volerlo.
Purtroppo a Buccinasco la MAFIA ESISTE, per tentare di combatterla servono fatti tangibili, il tempo delle parole è finito.
"Non c’è possibilità di arretrare di un centimetro"
Quando il nemico è la Mafia, quando bisogna stare dalla parte giusta e indicarla e insegnarla, quando ci si ostina a stare coi buoni, quando l’esempio è la chiave del successo, quando la via dell’accordo è esclusa, quando si parla di principi, di Bene e di Male, il CONFINE diventa l’unico terreno di gioco. E non c’è possibilità di arretrare neanche di un centimetro perché il confine è un SIMBOLO, è l’argine delle nostre coscienze. Per questo chiedo a tutta la città di sostenere le iniziative che la mia amministrazione metterà in campo. La cura per il tumore mafioso è il popolo stesso", conclude il sindaco Pruiti.