Nuove povertà e famiglie sovraindebitate in crescita nella nostra regione: il focus al convegno "Povera Lombardia"
Al convegno di questa mattina in Regione si è trattato il tema della povertà, un'emergenza sempre più diffusa nelle grandi città lombarde come nei piccoli centri.
Nuove povertà e famiglie sovraindebitate in Lombardia: il focus della situazione nella nostra regione. Se ne è parlato al convegno che si è tenuto questa mattina in Regione.
"Povera Lombardia": un viaggio tra povertà ed emarginazione
MILANO - Affrontare il tema della povertà in Lombardia, perché gli indigenti non siano più considerati invisibili. Se ne è parlato al convegno "Povera Lombardia" ospitato questa mattina all'interno di Palazzo Pirelli in cui si è trattato il tema della povertà, un'emergenza sempre più diffusa nelle grandi città lombarde come nei piccoli centri.
Caritas: in Lombardia 80 mila nuove richieste di aiuto
I numeri delle persone in situazioni di fragilità economica e psicologica sono in crescita: negli ultimi due anni la Caritas ha registrato 1 milione di nuovi indigenti a livello nazionale e solo in Lombardia 80 mila nuove richieste di aiuto da parte di famiglie che non riescono più a mantenere i figli.
Inoltre dalla conferenza è emersa una nuova emergenza, quella di 20 mila famiglie lombarde - e 90 mila in tutta Italia - che si stanno sovraindebitando e dunque avranno bisogno il prossimo anno di assistenza. L'obiettivo dell'agenda Onu, ricordato durante la conferenza, di azzerare entro il 2030 il numero di persone che non ha fissa dimora e vive per strada viene definito "impossibile" da raggiungere con questi dati.
Il focus della situazione nel libro "Ecco l'uomo"
Gli sguardi e i volti degli indigenti sono al centro degli scatti del fotografo Davide Caforio e del racconto del giornalista Silvestro Pascarella, autori del libro "Ecco l'uomo", presentato durante il convegno. Il ricavato di questo reportage tra le situazioni di indigenza della Lombardia, con un focus particolare sulla provincia di Varese, va a sostegno della fondazione Exodus.
L'intervento del fondatore di Exodus don Antonio Mazzi
Nella sala Pirelli era presente anche il fondatore di Exodus don Antonio Mazzi che da quasi 40 anni è al fianco di adolescenti fragili, tossicodipendenti, indigenti, con la sua fondazione nata nel Parco Lambro. "Pensando ai primi anni della mia vita a Milano e della situazione della stazione di Gallarate ancora adesso sento l'emozione, la rabbia, la tristezza di queste persone. Il titolo vorrei che fosse ' Milano e la povertà', perché la povertà di allora era molto legata alla droga, oggi si è allargata a 360 gradi" ha ricordato don Mazzi, sottolineando che nella situazione di fragilità in cui viviamo oggi, con il rincaro delle bollette e del costo della vita, ci sono "professionisti in fila che aspettano il pane alla Caritas, personaggi che erano all' apice della società e che sono caduti in povertà".
Una testimonianza da far tremare i polsi
Il fondatore di Exodus ha precisato come l'emergenza con cui si ha a che fare oggi è anche quella della fragilità dei giovani: "c'è una povertà che non è quella dei soldi, dei mezzi, nemmeno della casa, ma è la fragilità che ha colto i nostri giovani. La seconda media oggi diventa un problema, il ragazzo ha già dentro di sé esplosioni che non riesci a capire, è la povertà peggiore, non sapere chi sei, non sapere cosa sta succedendo dentro, non essere padroni di se stessi. In comunità ho due ragazzi che hanno ammazzato i padri e uno di essi una sera mi ha chiesto 'don Antonio perché non mi fai da padre?' Una frase così da un ragazzo così alle 10 di sera mi fa sentire a 93 anni analfabeta, come la traduci una frase così? La vera povertà è la mancanza di un ideale, di un progetto, di un futuro. Poi c'è anche la classica povertà, quella di cui si occupa la Caritas".
Le parole del giornalista Silvestro Pascarella
L'autore del libro, Silvestro Pascarella, ha ricordato che la povertà deve tornare al centro dei racconti e dell'attenzione: "Ci siamo confrontati con questo progetto insieme a Exodus perché volevamo raccontare qualcosa che esiste ma non viene sempre raccontato. Persone che vivono a strettissimo contatto con noi. Nelle nostre città apparentemente ricche, serene e tranquille, ci sono delle situazioni al limite dell' umano. I ritrovi sono tantissimi come nell'ex deposito della stazione di Gallarate.
Gli scatti di Davide Caforio
Anche il fotografo Davide Caforio ha ricordato la prossimità di queste persone e di questa emergenza: "Abbiamo cercato queste persone dove vivono, nelle stazioni, nei portici delle città, nei boschi, anche nel quartiere San Paola che è una zona residenziale di Legnano, vivono lì dietro persone nelle baracche. Non sono invisibili, siamo noi che non li vogliamo guardare. Gli scatti sono stati fatti a Busto Arsizio, Legnano, Samarate. Vivono in fabbriche abbandonate, ex centrale dell' Enel di Castellanza, zone dismesse. Le famiglie vengono sgomberate dai boschi ma sono andate a Villa Cortese, nel paese vicino. Abbiamo conosciuto tanta gente come noi, che aveva una vita normale, una famiglia, ed ora in una situazione di fragilità".
4Exodus: "Bisogna dare una prospettiva per il futuro"
Secondo Roberto Sartori, della Cooperativa 4Exodus, è fondamentale dare loro un progetto lavorativo: "La nostra cooperativa si occupa di inserimento sociale e lavorativo. Abbiamo studiato il fenomeno di emarginazione a Gallarate e nella provincia di Varese. Abbiamo creato borse lavoro per dare sbocco lavorativo a queste persone. Il problema è dare a queste persone una prospettiva per il futuro".
La vice presidente del Consiglio regionale: "Abbiamo l'8% di popolazione in disagio"
I numeri in aumento sono confermati anche dalla vice presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza: "La nuova emergenza va a toccare soprattutto chi aveva già una situazione di difficoltà e disagio. La Lombardia ha numeri abbastanza confortanti rispetto all' Italia, abbiamo l'8% di popolazione in disagio mentre altre realtà hanno numeri più importanti. Tante sono le misure che vengono messe in campo, la regione Lombardia ogni anno fa piani di interventi importanti ma tutto questo non è sufficiente. Dati ci dicono che anche il reddito di cittadinanza non è adeguato, sono persone che non solo hanno un bisogno economico ma anche di reinserimento in società, con dignità e prospettiva. Ci deve essere una rete solida fatta di terzo settore, associazioni, volontari e politica".
Mentre consegnava a don Mazzi la pubblicazione che venne fatta in occasione dei sessant'anni anni di Palazzo Pirelli - "Un simbolo della nostra città e delle istituzioni" - Brianza ha concluso: "Certe situazioni sono complesse, anche forme di povertà sono diverse e in continua evoluzione. Abbiamo famiglie che in un attimo scivolano nella povertà, che fino a 3 anni fa avevano situazione dignitosa e poi per una serie di situazioni scivolano nella povertà. Bisogna parlare di queste cose, non è corretto definirli invisibili. È necessario fare il focus su città che sono note per altro, come per l'operosità o il reddito pro capite alto in provincia di Varese e in generale in Lombardia. Ma serve una rete di tessuto di piccole imprese che sia florida. È fondamentale il terzo settore come Exodus. Il compito della politica è quello di dare risposte dopo l'aiuto, dopo l'emergenza che deve essere temporanea, con sostengo doveroso, ma poi dare una prospettiva, una possibilità di futuro".