la sentenza

Condanna a 6 mesi di reclusione per lo stalker di Corsico

Aveva reso un incubo la vita di Barbara Massa, presidente di Artènergia, l'associazione teatrale impegnata anche in iniziative di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Condanna a 6 mesi di reclusione per lo stalker di Corsico
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La condanna è arrivata per lo stalker di Corsico che aveva preso di mira Barbara Massa, presidente di Artènergia: 6 mesi di reclusione (con pena sospesa).

Condanna a 6 mesi di reclusione per lo stalker di Corsico

BUCCINASCO – Condanna a sei mesi di reclusione (pena sospesa) per l'uomo che ha reso un incubo la vita di Barbara Massa, presidente di Artènergia, l'associazione teatrale impegnata anche in iniziative di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Lo stalker aveva iniziato la sua "attività" già all'inizio del 2020

L'insistenza dello stalker era cominciata all'inizio del 2020, prima con decine di messaggi gentili, poi, alla richiesta di Barbara di cessare con l'insistenza, sempre più minacciosi, intimidatori, tanto da gettare nel terrore la donna.

Poi, dalle parole ai fatti: gomme bucate, anche dell'auto del marito di Barbara, il medico Paolo Spada. “Mi sono rivolta alla polizia locale di Buccinasco dopo essermi confidata con il sindaco – racconta Barbara –. Ho trovato persone comprensive, disponibili che mi hanno fatta sentire protetta. Fondamentale, per le vittime”.

Le indagini della Polizia Locale di Buccinasco fino alla condanna

Le indagini della polizia locale guidata dal comandante Gianluca Sivieri sono iniziate subito e hanno consentito di sequestrare all'uomo, 50enne domiciliato a Corsico, diverse armi tra baionette, pugnali, mannaie e coltelli, tutti nascosti in casa.

Ora, la condanna: sei mesi di reclusione, con pensa sospesa, e l'obbligo di seguire un percorso terapeutico, in quanto le perizie hanno rilevato una parziale infermità.

Le parole di Barbara Massa

“Sono rassicurata dal fatto che sia stato messo nelle condizioni di dovermi rimanere distante – ha commentato Massa la sentenza –, ma soprattutto che siano stati presi provvedimenti affinché segua un percorso di cura. Questa storia ha portato alla luce una grande inadeguatezza dei sistemi che dovrebbero occuparsi di cura e riabilitazione dei soggetti psichicamente instabili. Spero riescano ad aiutarlo e che la mia vicenda suggerisca che rivolgersi alle istituzioni può rappresentare una risorsa non solo per la vittima ma anche per l'intera comunità”.