A Rogoredo un muro anti pusher alto 4 metri

In via George Orwell, tutti i giorni attraversata da spacciatori e gente in cerca di dosi.

A Rogoredo un muro anti pusher alto 4 metri
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A Rogoredo un muro anti pusher alto 4 metri.

A Rogoredo un muro anti pusher alto 4 metri

MILANO – Lo chiamano il muro anti pusher, una barriera alta 4 metri, che scorre per almeno 600 metri parallelo ai binari dell’alta velocità, lì dove il boschetto della droga di Rogoredo si percepisce oltre la collinetta. Via George Orwell, tutti i giorni attraversata da spacciatori e gente in cerca di dosi.

Tanti, troppi giovani.

Pusher e drogati da una parte, forze dell’ordine dall’altra che periodicamente organizzano blitz per “ripulire” l’area, in base ai piani sicurezza delle istituzioni che hanno preso la zona critica del boschetto di Rogoredo come un serio obiettivo di legalità e di lotta al degrado sociale. Ora, ci si prova con una muraglia che dovrebbe, almeno sulla carta, impedire l’accesso dalla zona dei binari, dalla fermata della ferrovia e da quella della metro.

Un "muro di speranza"

È lì che si ritrova chi cerca una bustina di eroina, da iniettarsi in vena pochi metri più avanti, a pochi euro. Ed è lì che li trovano poi cadaveri i passanti, li tirano su i soccorritori del 118, li salvano dall’overdose, quando va bene. Un’emergenza, questo è certo, dove intervenire diventa un obbligo morale. I blitz dei carabinieri ci sono, ci si prova insomma a mettere fine a un problema drammatico, ma nulla sembra assicurare una soluzione definitiva. In tema sicurezza nella zona, sono stati diversi gli interventi per impedire l’attraversamento dei binari. Ora arriva la barriera, tirata su da Rfi (Rete ferroviaria italiana) come protezione ai treni che corrono veloci in mezzo alla città. Ma lo chiamano muro anti pusher, forse in segno di speranza.

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