Approvata in Regione legge sulla rigenerazione urbana: critico il Pd

“Con i nostri emendamenti abbiamo limitato il danno di una legge che rimane sbagliata nell’impianto", dicono i consiglieri Pd.

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Approvata in Regione legge sulla rigenerazione urbana: critico il Pd

MILANO - “Abbiamo limitato il danno di una legge che rimane sbagliata nell’impianto, perché non aiuta chi deve fare le bonifiche, non si concentra sulle aree dismesse e non tiene conto delle differenze dei diversi territori della Lombardia”, sono trancianti Matteo Piloni e Carmela Rozza, consiglieri regionali del Pd, dopo l’approvazione, in Consiglio regionale, della legge sulla rigenerazione urbana, con i voti favorevoli della maggioranza, il ‘no’ dei dem, astenuti i Lombardi Civici Europeisti e Italia Viva.

I dem: Abbiamo limitato il danno di una legge che rimane sbagliata nell’impianto

“Questa legge non fa abbastanza per la rigenerazione: Regione Lombardia poteva e doveva essere più ambiziosa – continuano i due esponenti Pd –. Con i nostri emendamenti, approvati dall’Aula, si è almeno restituita ai comuni la possibilità di decidere la quantità di premialità, sia per i volumi che per gli oneri, al contrario di quel che prevedeva la legge nella sua formulazione originaria. Ora saranno i comuni a decidere, in linea con i propri Piani di governo del territorio, e non la Giunta regionale con criteri imposti dall’alto. Abbiamo anche messo un freno alla trasformazione delle cascine in qualcosa che nulla ha a che fare con l’agricoltura, limitando le premialità agli immobili già dismessi all’entrata in vigore della legge, evitando così le interferenze con le attività agricole”.

"Grazie ai nostri emendamenti saranno i Comuni a decidere"

La nuova legge, come modificata con gli emendamenti presentati dal Pd, dà la possibilità ai Comuni di assegnare bonus volumetrici fino al 20% e riduzioni di oneri fino al 60%, secondo criteri che la Giunta regionale definirà con una propria delibera destinata a chi recupera un’area dismessa o sostituisce un fabbricato in disuso. Nella formulazione originale, molto contestata dal Pd, la Regione imponeva dall’alto ai Comuni incentivi e sconti degli oneri, in modo indiscriminato e su tutto il territorio comunale.

Emendamento anche sulla dismissione del patrimonio agricolo

Durante la discussione è stato approvato anche l’emendamento che limita le trasformazioni del patrimonio agricolo alle aree già dismesse all’entrata in vigore della legge e non, quindi, a tutte le aree dichiarate dismesse da almeno tre anni dal proprietario: anche questa norma veniva contestata dal Pd in quanto incentivo a dismettere il patrimonio agricolo per ottenere la possibilità di trasformarlo, ottenendo anche i benefici volumetrici e di sconto degli oneri di urbanizzazione.

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