Trovato morto in casa, il Comune: "Nessuna comunicazione da parte del figlio"

Le precisazioni sul triste episodio nelle parole di Fabio Raimondo

Trovato morto in casa, il Comune: "Nessuna comunicazione da parte del figlio"
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Trovato morto in casa, il Comune: "Nessuna comunicazione da parte del figlio".

Trovato morto in casa, il Comune: "Nessuna comunicazione da parte del figlio"

CORSICO - "I nostri uffici non avevano ricevuto alcuna comunicazione da parte del figlio dell'uomo trovato morto. L'ultimo suo contatto con i servizi sociali risale al marzo scorso". A precisarlo è l'assessore ai Servizi sociali Fabio Raimondo che interviene sul caso dell'uomo trovato nel suo appartamento di via Grandi, morto da alcuni giorni.

L'episodio

Il 48enne, malato da diverso tempo, aveva bisogno di assistenza per la consegna dei pasti, tutti i giorni. Il figlio, sotto choc per la morte del padre, voleva vederci chiaro perché, come ha dichiarato, "avevo sentito il Comune e gli avevo chiesto di provvedere per i pasti, specificando che mi sarei dovuto allontanare per un periodo. Ho bisogno di capire perché chi doveva consegnare i pasti non si è accorto che non rispondeva da giorni".

Le precisazioni del comune

La spiegazione arriva dall'assessore Raimondo: "Sicuramente è un momento di dolore per la famiglia a cui esprimo le mie condoglianze. Però le dichiarazioni del figlio sorprendono. Il Comune assicurava il pasto quotidiano, ma molte volte il signore tragicamente deceduto era in ospedale per controlli. E anche nei giorni scorsi aveva informato di doversi ricoverare per alcuni giorni, così come sarebbe stato confermato da un vicino al personale che si occupa della consegna del pranzo a domicilio.

I servizi sociali

Non avendo ricevuto comunicazioni dal figlio, un impiegato dei servizi sociali mandato dall'assistente sociale del Comune si è recato a casa dell'uomo giovedì ma nessuno ha risposto. Anche un vicino - prosegue Raimondo - ha ipotizzato il ricovero. Nulla faceva supporre che fosse stato male. Per un certo periodo era seguito da alcuni volontari di Trezzano sul Naviglio e aveva rifiutato il servizio di assistenza domiciliare offerto dal Comune. Aveva accettato solo il pasto a domicilio".

FG

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