L'abbraccio a Sante Cecchi, l'ultimo saluto a un uomo buono

L’abbraccio che ieri Cesano gli ha dato, stretta intorno a lui, per l’ultimo saluto nella piazzetta di Villa Marazzi.

L'abbraccio a Sante Cecchi, l'ultimo saluto a un uomo buono
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L'abbraccio a Sante Cecchi, l'ultimo saluto a un uomo buono.

L'abbraccio a Sante Cecchi, l'ultimo saluto a un uomo buono

CESANO BOSCONE – I messaggi di Sante finivano sempre con “un abbraccio!” e sembrava di sentirlo, mentre lo diceva con il sorriso aperto, con gli occhi socchiusi. L’abbraccio che ieri Cesano gli ha dato, stretta intorno a lui, per l’ultimo saluto nella piazzetta di Villa Marazzi che si è riempita di amici, di chi ha avuto il privilegio di conoscere Sante Cecchi, scomparso a 69 anni. Il male contro cui lottava lo aveva affaticato, indebolito, ma mai aveva fatto sparire il suo sorriso, la parola di affetto, la generosità.

Ora Cesano è più povera

“Cesano è più povera”, ha detto il sindaco Simone Negri commosso. E in effetti la città ha perso un pilastro, culturale (era stata lui la colonna del giornale di Cesano L’Incontro) e soprattutto umano. Il giornale arrotolato, sotto il gomito stretto sul fianco, la camicia a quadretti, gli occhialini annodati al filo per non farli cadere, tenuti sulla testa.

Il ricordo di un amico speciale

I baffoni, da cui spuntava quel sorriso ironico. Le parole, sempre attente, calibrate ma senza paura di dire ciò che pensava, mai fuori luogo, mai inopportune. Da quello che diceva Sante si poteva solo imparare qualcosa, portarsi via un insegnamento, una riflessione, una risata. L’impegno civico, la voglia di fare qualcosa, di darsi da fare. Le parole per i ragazzi, i giovani a cui diceva di studiare, di leggere, di vivere, che era l’unica cosa importante, vivere. “Un uomo dedito alla ricerca del bene comune e della giustizia sociale”, ha scritto un amico. Che un po’ riassumeva lo spirito di Sante, una persona “speciale, all’avanguardia, di quelli che la vita ne regala pochi, perché sono preziosi”, ha detto Angela. Con gli abbracci ti stringeva, poi ti sussurrava all’orecchio una parola d’affetto, che a volte era una battuta, uno scherzo, un gioco. Un uomo serio e concreto, ma anche un ragazzo che ha dato alla vita un senso. Per se stesso, ma soprattutto per gli altri che hanno potuto vivere quegli abbracci e quelle parole. Si dice che quando muore qualcuno non si sa dove va. Ma si sa dove resta. Un abbraccio, Sante.

Francesca Grillo  

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