Furti aziende per 100mila euro, i nomi e come agiva la banda

La base operativa del sodalizio era Trezzano sul Naviglio, un distributore di benzina, insieme a un box di Cesano Boscone.

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Furti aziende per 100mila euro, i nomi e come agiva la banda

Furti aziende per 100mila euro, i nomi e come agiva la banda

TREZZANO SUL NAVIGLIO – I colpi erano pianificati con attenzione, cura nei dettagli, mappature dei sistemi di sorveglianza. Una banda di professionisti che sapeva dove mettere le mani e dove poi nascondere refurtiva e macchine usate per i colpi. Attenti, ma non abbastanza.

I carabinieri della stazione di Trezzano guidati dal comandante Michele Cuccuru, sotto la Compagnia di Corsico del capitano Pasquale Puca, hanno lavorato intensamente per beccare la squadra di ladri (ve ne abbiamo dato notizia ieri a questo link): quattro kosovari e un albanese, residenti a Milano, Cesano Boscone, Magenta e Caselle Landi (Lodi), tutti responsabili di furti in grosse aziende di Milano, Bergamo, Bologna, Busto Arsizio, Torino e Monza.

I nomi degli arrestati

Raimond Cela, 30 anni, Visar Sopjani, 33 anni, Arsim Bytyq, 44 anni, il fratello Sabedin Bitiq, 50 anni e Fitim Emiri, 45 anni. Sono loro i ladri seriali che viaggiavano a bordo di auto di grossa cilindrata (da qui il nome dell’operazione, “Heavy Fuel”) senza timore di schiacciare il pedale del gas fino a superare i 250 km/h, persino in centro città.

Basi a Trezzano sul Naviglio e Cesano Boscone

La base operativa del sodalizio era Trezzano sul Naviglio, un distributore di benzina in via Leonardo Da Vinci usato come quartier generale, insieme a un box di Cesano Boscone. Al distributore la banda si incontrava tutte le sere, per pianificare i colpi. Prendevano l’auto, solitamente un’Audi Rs3 rubata a una concessionaria di Altavilla Vicentina, e andavano verso le ditte prescelte.

Le intercettazioni e il modus operandi

“Questa qui è una bella azienda, lavorano tanto durante la settimana, ma il sabato si può entrare. È buona per noi. Entriamo, ci carichiamo e usciamo. Se il tempo è buono, siamo tranquilli”, dicevano intercettati, mentre facevano i giri di perlustrazione per individuare le aziende. Si coprivano il volto con passamontagna e sciarpe, con bombolette spray “schiumavano” con la gelatina i sistemi di sorveglianza e poi entravano nelle ditte dove svuotavano cassetti, armadi, svaligiavano persino le macchinette delle merendine, oggetti preziosi come penne di altissimo valore e smuravano la cassaforte prendendola a picconate. Poi, quando il palo che aspettava fuori dava l’ok, comunicato con le ricetrasmittenti, uscivano e scappavano.

Il rientro alla "base"

Tornavano a Trezzano e Cesano, cambiavano la targa al mezzo ed era fatta. Almeno un centinaio di colpi in tutta Italia, più di venti quelli esaminati dai militari che sono riusciti a incastrare il gruppo. Aziende di Filago, Madone, Alzano Lombardo, Albino, Stezzano, Cenate Sotto, Carvico, Villa di Serio, e altre città tutte in provincia di Bergamo, e ancora a Gessate (Milano), Minerbio (Bologna) e altri casi in tutto il Nord Italia. Erano diventati l’incubo degli imprenditori, ma non solo. I componenti si erano resi responsabili anche di furti e rapine ai danni dei camionisti in sosta per la notte nelle aree di servizio. In totale, è stato stimato che l’attività criminale aveva portato alle tasche della banda oltre 100mila euro.

Francesca Grillo

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