Assago, facchini Gls licenziati in protesta con i figli: "Papà deve lavorare"

"Parliamo di 33 padri di famiglie monoreddito nelle quali stanno circa 120 bambini”, spiega il sindacato.

Assago, facchini Gls licenziati in protesta con i figli: "Papà deve lavorare"
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Assago, facchini Gls licenziati in protesta con i figli: "Papà deve lavorare".

Assago, facchini Gls licenziati in protesta con i figli: "Papà deve lavorare"

ASSAGO – “Il mio papà ha bisogno di lavorare”, si legge su uno striscione al presidio  di questa mattina dei lavoratori licenziati dalla Gls di Piacenza .

33 licenziamenti alla logistica

La protesta,  a seguito del licenziamento di 33 lavoratori della logistica, tutti iscritti all’Unione sindacale di base, ha avuto luogo nella centrale della multinazionale di Assago. I lavoratori accompagnati dalle mogli e dai figli in età scolare, hanno fatto irruzione con le bandiere del sindacato nella sede centrale della multinazionale di Assago per chiedere il reintegro.

Parla il sindacato

“Parliamo di 33 padri di famiglie monoreddito nelle quali stanno circa 120 bambini”, spiega l'Usb. I motivi del licenziamento  vengono spiegati dall'Unione Sindacale di Base che scrive: “I 33 facchini sono stati licenziati a Piacenza perché hanno scioperato con determinazione per richiedere sicurezza sul posto di lavoro. Nel magazzino l'ambiente è insicuro non solo per carenze strutturali, ma anche per il ripetersi di atti violenti e di caporalato. All'origine della protesta – continua il sindacato - l'aggressione subita circa un mese fa da tre facchini da parte di un uomo armato di tirapugni e spray al peperoncino".

La precisazione di GLS in merito

“I facchini e i loro familiari che hanno arbitrariamente invaso la sede di Assago non sono mai stati alle dipendenze di GLS. Ciò è ancor più fuorviante per la fotografia del logo GLS associata all’immagine di bimbi, che ingenera nel lettore l’erroneo e falso convincimento dello sfruttamento ingiusto dei soggetti inquadrati.

I protagonisti della protesta di Assago sono stati dipendenti di Seam s.r.l., società che ha gestito in piena autonomia il centro di smistamento merci di Piacenza in forza di regolare contratto di appalto e che si appresta a prendere provvedimenti a causa degli enormi danni alla produzione cagionati da USB, sindacato antagonista, che ha eterodiretto anche i comportamenti dei 33 facchini licenziati costringendoli a porre in essere gravissime e reiterate violazioni disciplinari solo al fine di accaparrarsi tesserati a discapito di altra sigla sindacale.

Ai facchini licenziati a Piacenza, Seam S.r.l. pagava retribuzioni nette oscillanti dai 1770 euro a oltre 2000 euro, per svolgere mansioni meramente esecutive, nonostante vi fosse nel sito produttivo un endemico tasso di assenteismo di oltre il 20%, con una media di lavoro, unica in Italia, di 16 giorni al mese e  livelli di produttività inaccettabili.

Nonostante tale trattamento economico i 33 lavoratori iscritti al sindacato USB di Piacenza ponevano in essere reiterati sabotaggi mirati a rallentare la produzione, ridottasi al punto che i clienti, a causa degli enormi danni subiti nel 2018, affidavano la propria merce a GLS a condizione che non fosse inviata per la lavorazione al sito di Piacenza.

Nel settore in cui GLS opera il cliente paga un servizio di movimentazione del pacco affinchè avvenga in un arco di tempo certo e quanto avvenuto a Piacenza nell’ultimo anno (dove le lavorazioni sono state sospese e/o rallentate per oltre 100 giornate ed addirittura quasi del tutto sospese in un periodo nevralgico per il settore dal 02 novembre fino al Natale) ha generato la conseguente perdita di oltre il 50% dei volumi.

Ciò è accaduto esclusivamente per scontri tra appartenenti a diverse fazioni sindacali.

In tale contesto di insostenibilità economico/finanziaria, la Società Seam S.r.l., pur rimandando più volte la volontà di recedere dal contratto, è oggi costretta a prendere provvedimenti in merito all’appalto.

GLS, ispirandosi a principi di legalità e correttezza in tutti i paesi ove opera, ha sempre prestato particolare attenzione anche alle condizioni lavorative dei dipendenti dei propri fornitori, pretendendo sempre il rispetto delle norme ed attuando regolarmente controlli e verifiche per scongiurare la violazione delle previsioni di legge.”

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