Arrestato truffatore dopo 15 anni di latitanza

Il provvedimento è scattato al termine di una brillante operazione di monitoraggio da parte della Squadra Mobile di Milano

Arrestato truffatore dopo 15 anni di latitanza
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Arrestato truffatore dopo 15 anni di latitanza.

Arrestato truffatore dopo 15 anni di latitanza

MILANO – Deve espiare la pena di 13 anni e 8 giorni di reclusione per reati contro il patrimonio, la fede pubblica e in materia di armi, commessi anche in forma associaztiva.

Il profilo criminale

G.M., 53 anni, nato a Milano, è stato arrestato da latitante dalla polizia. L’uomo falsificava documenti per commettere reati contro il patrimonio e si è garantito un indebito arricchimento pari a svariati milioni delle vecchie lire alla fine degli anni Novanta e a decine di migliaia di euro nei soli primi anni Duemila. Ricercato dal 2004, dopo un brevissimo periodo di latitanza in Italia, si era trasferito in Argentina dove aveva cambiato più volte identità e si era spacciato per un esperto di chirurgia estetica.

Il fermo

Il 7 ottobre scorso è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Milano grazie a una costante attività di monitoraggio nei confronti di soggetti destinatari di condanne definitive, analizzando social network, fonti aperte, le abitudini e i movimenti delle persone più vicine ai ricercati. Qualche giorno fa il latitante era tornato in Italia per un breve soggiorno e, una volta giunto alla frontiera aerea di Fiumicino con un documento rilasciato dalle Autorità Consolari Argentine ma con false generalità, sono cominciate le attività di osservazione e di pedinamento di tutte le persone ritenute vicine all’uomo da parte della Polizia di Stato. E così, il 53enne è stato seguito e individuato vicino a casa della madre. Quando gli agenti gli hanno chiesto i documenti, il latitante ha tirato fuori quello falso con cui era entrato in Italia. Era in compagnia di una donna di origini sudamericane che ha dichiarato essere la sua compagna.

Le accuse

Entrambi erano in possesso di una consistente somma in denaro e di alcuni documenti di identità e di numerose carte bancomat rilasciate da istituti di credito argentini e riportanti le false generalità con le quali il latitante si nascondeva all’estero. Non era la prima volta: in altre occasioni l’uomo era riuscito a raggiungere l’Italia sotto mentite spoglie e aveva viaggiato indisturbato verso altri Paesi del Sudamerica. Dal 1993 è stato ripetutamente sottoposto a misure cautelari personali e ha poi riportato numerose condanne per associazione per delinquere, ricettazione, falso materiale, favoreggiamento reale, truffa, violazione delle norme sull’uso delle carte di credito, contraffazione di pubblici sigilli e possesso ingiustificato di chiavi alterate.

I provvedimenti

Nonostante l’applicazione alla fine degli anni Novanta dell’Avviso Orale da parte del Questore di Lecco, ha continuato a delinquere architettando un sistema di riciclaggio di assegni rubati incassando importanti somme di denaro versate su conti correnti aperti da complici. Era stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ma l’attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Milano ha consentito di scoperchiare l’ennesimo sistema truffaldino messo in campo dall’uomo. Durante la perquisizione, sono stati trovati e sequestrati strumenti, apparecchiature e altro materiale per la falsificazione tra cui cliché per la stampa di numeri di carte identità, timbri tondi e lineari di alcuni Comuni italiani, moduli cartacei e plastificati di patenti, di carte identità e di codici fiscali, carnet di assegni e libretti postali. I poliziotti proseguono le indagini: l’obiettivo è ricostruire le modalità con le quali l’uomo ha ottenuto il rilascio del documento valido per l’espatrio e accertare la regolarità delle attività svolte all’estero, oltre a recuperare il patrimonio trasferito nel Paese Sudamericano e a individuare eventuali fiancheggiatori.

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