Negozio confiscato, il Comune cambia idea: niente targa per Borsellino

Inaugurazione il 6 ottobre, ancora non è stato deciso se ci sarà un’intitolazione-tris.

Negozio confiscato, il Comune cambia idea: niente targa per Borsellino
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Negozio confiscato, il Comune cambia idea: niente targa per Borsellino.

Negozio confiscato, il Comune cambia idea: niente targa per Borsellino

CORSICO – Nessuna targa per Paolo Borsellino. Dopo l’intitolazione del negozio confiscato di via Cavour a Pietro Sanua, quella al magistrato è rimasta solo nell’idea (e nei cartelli affissi già in giro per la città che annunciavano l’evento) dell’Amministrazione. La richiesta del fratello Salvatore ha convinto il Comune a cambiare idea: i locali di via Cavour strappati al clan dei Sergi riapriranno il 6 ottobre, trasformati in una biblioteca per bambini, ma senza intitolazione a Paolo Borsellino.

La richiesta del fratello Salvatore

Il fratello del giudice ucciso da Cosa nostra aveva infatti commentato la scelta come poco opportuna “per un’Amministrazione che si è finora distinta per le benemerenze acquisite su altri versanti, come ha fatto di recente decidendo di ospitare la Sagra dello Stocco”, aveva detto Salvatore, riferendosi al patrocinio concesso a esponenti della famiglia Musitano, finita nelle carte delle inchieste antimafia. Borsellino aveva quindi "respinto al mittente" l'idea "che mi lascia addolorato e sconcertato" di dedicare i locali al fratello, dopo la "sacrosanta richiesta del figlio di Pietro Sanua di staccare la targa dedicata al padre", aggiungendo che "ci vuole ben altro che mettere targhe e sostituirne a piacimento i nomi per acquistarsi credibilità nel contrasto alla criminalità organizzata".

Le parole del sindaco Errante

Il 6 ottobre riaprono le due vetrine e il sindaco Errante cita le parole proprio di Paolo Borsellino per spiegare le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione a creare una biblioteca in quei locali: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo” e prosegue sottolineando che “la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale”. Poi, spiega che il negozio “non è stato abbandonato da questa Amministrazione, ma da chi lo gestiva per effetto di una convenzione stipulata negli anni scorsi. Ho cercato di dare valore sociale al luogo  – afferma Errante – e ho chiesto di avviare tutte le procedure necessarie per rientrare in possesso del bene e trasformarlo in qualcosa di utile e fruibile per la cittadinanza”. Mancano meno di cinque giorni all’inaugurazione ma ancora non è stato deciso se ci sarà un’intitolazione-tris.

Francesca Grillo

 

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