Attentati in Sri Lanka, il cordoglio di Corsico con una fiaccolata

Una fiaccolata e un momento di raccoglimento, insieme alla comunità srilankese, in memoria delle vittime degli attentati.

Attentati in Sri Lanka, il cordoglio di Corsico con una fiaccolata
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Attentati in Sri Lanka, il cordoglio di Corsico con una fiaccolata.

Attentati in Sri Lanka, il cordoglio di Corsico con una fiaccolata

CORSICO – Pasqua macchiata dal sangue in Sri Lanka, colpito domenica da un attacco terroristico: sei esplosioni simultanee più altre tre hanno devastato chiese e hotel, provocando almeno 300 vittime più altri 500 feriti. I responsabili della strage apparterrebbero al gruppo jihadista srilankese National Thowheed jamath. Mentre la condanna ai sanguinari attentati arriva da tutti i capi di Stato e da Papa Francesco, i popoli piangono le vittime di una morte senza senso.

Fiaccolata e raccoglimento con la comunità dello Sri Lanka

Anche Corsico ha voluto dare il proprio contributo: qui (e anche a Buccinasco) vive infatti una comunità di srilankesi che ha chiesto aiuto ai cittadini per organizzare una fiaccolata e un momento di preghiera in memoria delle vittime. Organizzata in poche ore, l’iniziativa, che si è tenuta ieri sera, ha avuto grande riscontro: tanti cittadini srilankesi (ma anche di Corsico e dei paesi vicini giunti a esprimere solidarietà) hanno partecipato al momento di raccoglimento nella chiesa di San Pietro e Paolo. Sono state lette preghiere in lingua srilankese e anche don Carlo ha sottolineato “la grande fede semplice ma profonda di questo popolo”, racconta Carlo Zanini che ha organizzato la cerimonia insieme alla comunità dello Sri Lanka e che ci manda questa lettera indirizzata a una popolazione ferita.

La lettera agli amici dello Sri Lanka

“Carissimi amici,

quando abbiamo visto quello che è successo in Sri Lanka la mattina di Pasqua, abbiamo  pensato a voi, che siete ormai parte della nostra comunità e siete nel nostro cuore. La morte di tante persone, uccise perché cristiane, è una cosa che ci ha resi molto tristi. La sera di Pasqua a Messa abbiamo pregato per tutti quelli che sono morti o che sono rimasti feriti e per tutte le loro famiglie che ora soffrono. A cena, nelle nostre case, abbiamo letto il Vangelo dei discepoli che da Gerusalemme andavano ad Emmaus. Anche allora era la sera di Pasqua e i discepoli erano tristi perché Gesù era morto. Ma poi, quando Lui si è rivelato a loro nello spezzare del pane, sono stati pieni di gioia, perché hanno visto Gesù risorto. Difficile, forse impossibile, essere pieni di gioia dopo quello che è successo in Sri Lanka. Possiamo solo sperare che non prevalgano l’odio o la vendetta. Il martirio (cioè morire per la fede) può produrre dei semi di pace. Ai fedeli che sono in Sri Lanka – e anche a voi che siete qua in Italia – è chiesto di essere forti e di dare una testimonianza cristiana a tutto il mondo. Noi siamo sicuri che ora il Signore custodisce in paradiso coloro che sono morti. Vi abbracciamo tutti e preghiamo per voi. Con affetto, Carlo”.

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